mercoledì 2 giugno 2010
FEDELI ALLA LINEA (ovvero AFFINITA’ E DIVERGENZE FRA IL COMPAGNO FERRETTI E NOI DAL CONSEGUIMENTO DELLA MAGGIORE ETA’)
Leggo che Giovanni Lindo Ferretti ha dichiarato di aver votato nell’aprile del 2006 per il centrodestra e alle regionali del 2010 per la Lega Nord. Pare inoltre che si sia recentemente convertito al cristianesimo.
La notizia non mi ha lasciato indifferente.
Il sig. Ferretti si rese protagonista, con i CCCP all’inizio degli anni ‘80, di uno degli esperimenti musicali più interessanti degli ultimi decenni, riuscendo a coniugare la cultura punk con la tradizione popolare italiana, unendo il tutto a testi carichi di significati, considerevoli tanto dal punto di vista della ricerca quanto da quello dei contenuti, forse criticabili ma sicuramente innovativi, un tentativo molto ben riuscito di uscire dai canoni delle major e fare musica realmente indie. I lavori del gruppo si rivelano, quasi 30 anni dopo, il ritratto fedele di un intero periodo storico, una sorta di biografia in musica che descrive il senso di confusione che pervadeva il mondo in quegli anni.
La sua conversione politico-religiosa acquisisce quindi il senso di un pubblico rinnego non tanto di una ideologia politica (nei loro testi si notano spesso critiche più o meno velate all’interpretazione dogmatica del partito) piuttosto di un’intera carriera artistica, di una vita.
È questo che mi colpisce e mi lascia perplesso.
Queste righe non vogliono essere una critica delle sue idee politiche né un nostalgico ricordo di un’epoca trascorsa ma una semplice riflessione.
Sembra infatti che con queste sue esternazioni il Sig. Ferretti abbia voluto operare una sorta di mistica redenzione. L’errore è normale nell’uomo ma deve essere vissuto come uno stimolo alla crescita e al cambiamento e non come un’onta da cancellare (se di errore e non di mero strumento per raggiungere obiettivi prefissati si è trattato).
Perché anche nell’errore c’è sempre qualche cosa da salvare e credo che il lascito musicale del gruppo, analizzato anni dopo, sia un valore aggiunto dal quale molti artisti di oggi dovrebbero attingere. Manca infatti nella maggior parte della musica contemporanea quella forza che guidava i CCCP, che guidava i Gaber, i De André e molti altri. Lo studio, la passione, la voglia di essere portatori di un messaggio, la ribellione contro un ordine precostituito e immodificabile, mancano al giorno d’oggi. Perché questo è il senso dell’arte, che sia musica, letteratura o altro. Quel senso di insoddisfazione che coglie e spinge ad urlare al mondo intero il proprio malessere, i sentimenti e le le emozioni. Che porta a desiderare che una data situazione cambi e spinge ad impegnarsi perché ciò accada.
Per questo non condivido la scelta del cantante che mi è sembrata più dettata da ragioni di comodo che da una reale convinzione.
Comunque, restando spaesato di fronte dichiarazioni del sig. Ferretti, continuo ad simare i pezzi che ha scritto, come quelli di tanti altri cantautori italiani famosi e non, portatori di idee che magari non condivido fino in fondo ma che apprezzo per la loro forza innovativa e per come hanno deciso di vivere la loro musica. Autori che continuano ad ispirarmi, dopo molti anni, ancor di più di fronte alla pochezza del panorama musicale attuale.
Qualcosa di buono si può sempre fare, in alternativa è forse meglio rimanere in silenzio.
Davide AR
http://alassioresurrection.forumfree.it
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la musica oggi è sola, è stata abbandonata dall'ardore di urlare e dall'essere disposti a morire per essa come molti musicisti famosi hanno fatto. Nessuno sapeva che morire per la musica gli avrebbe resi immortali e proprio per questo sono puri. Oggi anche morire per la musica è business.
RispondiEliminabello articolo
beh, non dico morire per rimanere puro e divenire immortale, ma votare lega e vantarsene...
RispondiEliminacomunque concordo appieno, la musica oggi è sola, anzi peggio, è male accompagnata...
eumeo
Bello, l'articolo!
RispondiEliminaHai ragione, soprattutto a me dispiace questa incoerenza anche da parte di persone e/o artisti che si son sempre ritenuti "alternativi". Pare che nascer incendiari e morire pompieri sia una malattia che non intacca solo i politici! Saluti da Verona! Andrea