
Il turismo per famiglie e seconde case, non ha portato ciò che si sperava. Ci sta. E’ stata una scelta fatta dalle amministrazioni degli ultimi quattro mandati. Sembrava il futuro, la scelta giusta, la giusta politica turistica per consolidare Alassio come perla della Liguria. Invece no, invece ci ha condotto in modo vertiginoso verso il fondo. La provincia di Savona, secondo i dati, in Liguria è la più colpita dalla crisi e le uniche realtà che si sono salvate sono : Loano, Pietra Ligure e Finale. Alassio non è più immune, Alassio è in balia di una crisi che inesorabile si sta imbattendo sul nostro paese. Non servivano i dati a corroborare ciò che appare evidente ai residenti(i pochi rimasti), è lampante: Alassio è in difficoltà. I vari interventi dell’amministrazione sono palliativi, poiché il problema è strutturale, i progetti da vent’anni a questa parte anziché cristallizzare le presenze turistiche così da garantire alla città un lavoro lineare e sicuro, hanno portato un impoverimento e una stagionalizzazione sempre più netta. Venerdi blu, mercatini di Natale, fuochi d’artificio sono state tre ottime manifestazioni, realtà mai come quest’anno valide e ben organizzate. Il teatro e le serate cabaret al palazzetto dello sport sono di nuovo eventi importanti e ben riusciti. Perché non bastano a riportare il turismo che ha reso grande Alassio? Non bastano perché la città ha perso quell’appeal che aveva anni addietro, ha perso ciò che nessuno ha mai saputo apprezzare, valorizzare e inquadrare: l’alassinità, l’anima del paese, la tipicità della nostra piccola città. Ergo la politica turistica basata sulle famiglia o la famosa eventualità mai arrivata del turismo di qualità ha fallito. Errore di valutazione, incapacità gestionale, pessimo punto di vista sul proprio paese, non importa, questo è quanto. Invertire la tendenza non sarà facile, ma almeno sappiamo da dove ripartire. Il futuro di Alassio sarà nella capacità della futura amministrazione di riuscire a riaccogliere tutti gli alassini sparsi nelle varie cittadine limitrofe e riportare l’anima di Alassio ad Alassio. La movida è demonizzata, non ci sono spazi e prospettive per i giovani, convinti che Alassio potesse farne a meno e ora di fronte al disastro pochi sono sensibili al problema. Così abbiamo lasciato spazio e dato credito all’avvocato vercellese, all’industriale milanese, al commercialista torinese, che una volta comprato casa a prezzi folli vengono qui da noi venti giorni all’anno. Ottimo cliente e ottimo carburante…. Abbiamo sbagliato! Le scelte e le decisioni passate sono passate. Insomma l’importante è che oggi chi riuscirà a governare tenga conto che non bisogna proseguire per questa strada larga e in discesa se veramente si vuol fare il bene della città.