giovedì 20 gennaio 2011
SBAGLIARE E' UMANO
Il turismo per famiglie e seconde case, non ha portato ciò che si sperava. Ci sta. E’ stata una scelta fatta dalle amministrazioni degli ultimi quattro mandati. Sembrava il futuro, la scelta giusta, la giusta politica turistica per consolidare Alassio come perla della Liguria. Invece no, invece ci ha condotto in modo vertiginoso verso il fondo. La provincia di Savona, secondo i dati, in Liguria è la più colpita dalla crisi e le uniche realtà che si sono salvate sono : Loano, Pietra Ligure e Finale. Alassio non è più immune, Alassio è in balia di una crisi che inesorabile si sta imbattendo sul nostro paese. Non servivano i dati a corroborare ciò che appare evidente ai residenti(i pochi rimasti), è lampante: Alassio è in difficoltà. I vari interventi dell’amministrazione sono palliativi, poiché il problema è strutturale, i progetti da vent’anni a questa parte anziché cristallizzare le presenze turistiche così da garantire alla città un lavoro lineare e sicuro, hanno portato un impoverimento e una stagionalizzazione sempre più netta. Venerdi blu, mercatini di Natale, fuochi d’artificio sono state tre ottime manifestazioni, realtà mai come quest’anno valide e ben organizzate. Il teatro e le serate cabaret al palazzetto dello sport sono di nuovo eventi importanti e ben riusciti. Perché non bastano a riportare il turismo che ha reso grande Alassio? Non bastano perché la città ha perso quell’appeal che aveva anni addietro, ha perso ciò che nessuno ha mai saputo apprezzare, valorizzare e inquadrare: l’alassinità, l’anima del paese, la tipicità della nostra piccola città. Ergo la politica turistica basata sulle famiglia o la famosa eventualità mai arrivata del turismo di qualità ha fallito. Errore di valutazione, incapacità gestionale, pessimo punto di vista sul proprio paese, non importa, questo è quanto. Invertire la tendenza non sarà facile, ma almeno sappiamo da dove ripartire. Il futuro di Alassio sarà nella capacità della futura amministrazione di riuscire a riaccogliere tutti gli alassini sparsi nelle varie cittadine limitrofe e riportare l’anima di Alassio ad Alassio. La movida è demonizzata, non ci sono spazi e prospettive per i giovani, convinti che Alassio potesse farne a meno e ora di fronte al disastro pochi sono sensibili al problema. Così abbiamo lasciato spazio e dato credito all’avvocato vercellese, all’industriale milanese, al commercialista torinese, che una volta comprato casa a prezzi folli vengono qui da noi venti giorni all’anno. Ottimo cliente e ottimo carburante…. Abbiamo sbagliato! Le scelte e le decisioni passate sono passate. Insomma l’importante è che oggi chi riuscirà a governare tenga conto che non bisogna proseguire per questa strada larga e in discesa se veramente si vuol fare il bene della città.
sabato 8 gennaio 2011
CONFUSIONE PRE-ELETTORALE
Ormai non ci si capisce più nulla. Mi sembra che ad avere le idee chiare siano rimasti in pochi. Anzi molto pochi. Il bene comune è un miraggio lontano e raggiungibile come un orizzonte che scompare man mano che ci si avvicina. Chi parla, chi scrive, chi ha occasione di dire la propria ha perso completamente di vista gli obbiettivi che apparivano così chiari a settembre o ottobre. Insomma ci sono novità evidenti, nuovi candidati sindaci, nuove liste, nuovi progetti e così via. Anziché osservare e/o criticare con lucidità, ci si accapiglia per chi sa quale gioco di potere, per chi sa quale orgoglio ferito, o mania di protagonismo. La smania di partecipare, l’ambizione personale, la voglia di essere al centro sviluppa solamente un senso forte di rancore che partorisce attacchi feroci immotivati, parole taglienti senza senso, e addirittura si torna a preferire il presente, la realtà attuale che solo tre mesi addietro sembrava essere l’inferno. Sono perplesso. Il tourbillon di alleanze, strette di mano, vessilli e strategie, sta diventando esclusivamente dominato dalle scelte individuali e soprattutto dalla necessità di avere una collocazione con prepotenza. E il bene comune? E l’amore per la città? E Alassio nostro cuore e amore? Non riesco a capire come si possa essere così posseduti dalle proprie ambizioni e riuscire allo stesso tempo ad anteporre fra noi e il nostro traguardo personale la città. Mi sembra impossibile, e infatti si vedono già i risultati. Di fronte al nuovo o al vecchio, di fronte alle novità riscaldate o alle novità troppo nuove, va bene tutto, si può semplicemente osservare, discutere, capire e decidere, non per forza bisogna fomentare o spingere allo scontro. Ciò che conta è il bene della città, il resto viene dopo.
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