sabato 30 luglio 2011
4 PAGINE IN VACANZA 1°edizione, (introduzione)
Pubblicato su ivg.it un articolo su una nuova iniziativa di Alassio Resurrection! siamo ai nastri di partenza, continuate a seguirci, a breve nuovi aggiornamenti!
ecco il link all'articolo
http://www.ivg.it/2011/07/alassio-resurrection-lancia-il-concorso-letterario-4-pagine-in-vacanza/
giovedì 21 luglio 2011
Movida e altre feste
L’informazione crea e distrugge, così l’abitudine diffusa di osservare o puntare il riflettore sulle cose peggiori e su atteggiamenti effettivamente dannosi per la comunità. Dopo una serata di festa o di musica rimangono vasi rotti, tracce di vomito per terra e urla fino alle cinque del mattino. Quel che resta è una parte di ciò che è stato, è una percentuale bassissima, è un residuo marginale, puntando i riflettori su questo residuo e dando spazio agli esempi peggiori si accomuna divertimento a vandalismo. Così accade in tv dove il bello quotidiano non emerge, ma nella cronaca resta il brutto, il peggio, la follia e la violenza. Nei programmi sportivi si parla per un’ora di un espulsione causata da un atteggiamento violento, come un gomitata o un pugno e dieci minuti di una punizione all’incrocio dei pali. Insomma il brutto, la violenza, il peggio fa notizia. Ci sta. E’ così! Lo tollero per i quotidiani e tollero che il giornale debba vendere, non lo condivido ma è così. Ma le persone che escono, vivono, conoscono la vita dovrebbero capire che una festa musicale, il concerto, una partita allo stadio, la movida, non è solo quello. Accadono cose meravigliose, accadono cose di cui nessuno parla, ma che hanno in seno la meraviglia stessa del vivere, dell’esserci. Un ragazzo e una ragazza si conoscono, e si danno il primo bacio, due amici, dopo dieci anni che non si vedono, quella sera lì si rincontrano e ballano insieme scatenati una canzone di Amy Winehouse, un ragazzo chiede alla fidanzata di sposarlo, durante la festa, durante la movida. accade anche questo, sì accade anche questo. Eppure della movida restano solo i vasi rotti. Quindi il mio messaggio è punire chi viene meno alle regole della convivenza civile e ai dettami taciti di una comunità, ma non demonizzare tutto il movimento con superficialità e dozzinalità. E invece siamo governati da anziani che non escono di casa da vent’anni, convinti che il mondo ora è una jungla, convinti che era meglio la musica di 30 anni fa, ci si divertiva di più 30 anni fa, si becciava di più 30 anni, e vedono un mondo di giovani che non capiscono più, come un mondo decaduto, un mondo senza valori in preda alla violenza, all’abuso e al vandalismo. I giovani vogliono solo divertirsi, in modo diverso da 30 anni fa, perché il mondo è cambiato e anziché demonizzare generazioni e fenomeni diffusi, cercare di capire e vivere i cambiamenti è sintomo di intelligenza. Ergo condannare e punire chi mina il vivere sociale e civile ma non accusare in toto un modo di essere o di divertirsi. Siamo governati da vecchi, che non capiscono e non sanno, ci hanno lasciato un paese decaduto e che sta ancora decadendo e non capiscano che bisogna guardare al futuro e non per paura porre il passato e ciò che è stato come feticcio del giusto modo di vivere e di divertirsi. Basta! Alassio era meglio vent’anni fa lo so, io lo ricordo, ci hanno lasciato una città devastata, ci hanno abbandonato a noi stessi, e ancora giudicano la nostra voglia di esserci e di divertirci attraverso i giornali e attraverso casi isolati che diventano il tutto.
giovedì 14 luglio 2011
Prime case, seconde case, terze case e quarte case
Sono andato al porto qualche volta quest’inverno e anche nei miei giorni liberi di giugno, infrasettimanali. Dalla discesa del porto ad arrivare alla Cappelletta ci sono alcuni dei palazzi più belli di Alassio, non giudico lo stile o la tipologia architettonica ma più che altro la posizione. Penso che i terrazzi siano veramente in mare, penso che il suono del mare avvolga ogni ambiente e anche quando la bonaccia placida riflette la Luna, il leggero fragore delle piccole onde che si allungano sul bagnasciuga penetri in quelle case e si trasformi in una dolce ninna nanna. Una riflessione mi ha colto però di sorpresa. Immaginavo che bello deve essere vivere in un appartamento del genere, ogni minuto della vita, ogni attimo di permanenza sulla terra. A febbraio quando la burrasca impazza e il fragore e lo sciabordare delle onde ricordano le descrizioni di Melville o quando il mare calmo sembra immobile e la vista a perdita d’occhio ti fa pensare di essere in un paesaggio da favola, o quando i mattini tersi di settembre mostrano oltre l’orizzonte territori lontani e celati dal firmamento in atri momenti dell’anno. Essere ricchi vuol dire poter godere di ciò che abbiamo e penso irrevocabilmente che luoghi di tale bellezza debbano essere vissuti. Invece ogni qualvolta passeggio verso il porto mi rendo conto che la maggior parte dei giorni le finestre sono chiuse e gli scuri sigillati. Penso che siano seconde case, penso che come molte altre abitazioni della mia città siano abitate solo per 30/40 giorni all’anno. La mia non è una critica a chi ha venduto a turisti, o agli amministratori degli ultimi 30anni, e non sto a pensare di chi è la colpa o alla causa, nemmeno penso al valore o al prezzo al metro quadro. Seconde case, terze case, e così via. Luoghi del genere dovrebbero essere abitati tutto l’anno, per vivere in una condizione privilegiata, per aumentare la qualità della vita, per trovare la pace e l’unione con l’essere. Non critico chi compra un appartamento del genere per venirci 20 giorni all’anno. Mi duole vedere la mia città che ormai è sempre meno mia, e che per chissà quale motivo nel 2011 comportamenti strani e inspiegabili passino come normalità. Ciò che critico è la mentalità. Per noi oggi è ricco chi possiede un immobile di tot. metri e in tale posizione, con tale vista, ma dentro di me so per certo che è ricco chi abita un luogo fantastico e non chi lo possiede. Alassio è uno dei posti più belli del mondo. Vorrei vedere soprattutto in inverno persone che godono del mare, del suo canto, del suo orizzonte e vorrei che gli appartamenti in quella zona e in altre parti della mia città, che hanno tutto ciò che c’è di bello ad Alassio a portata di mano, fossero abitati in ogni giorno dell’anno e non commerciati da agenzie e venduti come un investimento o come si dice il “mattone”. Ho paura che non succederà mai.
lunedì 4 luglio 2011
Individualismo e tribalismo 2,0
Nel corso della storia ci sono stati momenti che hanno segnato il passo, che ci hanno guidati verso una direzione. Quello in cui viviamo oggi è uno di questi, il mondo che verrà sarà figlio dei nostri gesti e delle nostre esigenze. L'avvento del 2.0 ha iniziato ad influire sulla nostra vita quotidiana, oggi è tutto 2.0, mi spiego meglio: facebook è il web 2.0, un social network dove utenti interagiscono con altri utenti. Una rivoluzione. Una bellissima rivoluzione.
Sembrerebbe che grazie a questo potente strumento, ognuno di noi possa dire qualcosa di sè stessi, pubblicare una frase con la speranza di colpire il cuore della nostra amata, riallacciare un rapporto di amicizia logorato dalla distanza e dal tempo, ecc...tutte cose che altrimenti sarebbero con molta probabilità rimaste ignote ai molti. Questi sono solo alcuni degli input che ci sono stati dati ma che purtroppo stiamo perdendo di vista.
Nonostante questa grande possibilità che ci è stata concessa, stiamo rischiando di cadere nel tribalismo multimediale.
Un tribalismo che si può notare per le strade, camicia a quadri ok? Via con camicie a quadri per tutti. Borsa marca x, e via tutti marca x.
La “mentalità del gregge” come la chiamava Nietzsche è una tendenza umana a cui è molto difficile resistere e ci si perde volutamente nel gruppo che ci circonda, la tribù appunto.
Rifiutarsi di essere individui ma sentirsi parti di qualcosa di più grande e tristemente ci si abbandona ad un obliò di se.
Il tribalismo è una sconfitta per l'individuo. Il tribalismo multimediale è una sconfitta per il web 2.0.
Iscriviti a:
Post (Atom)