_________ALASSIO RESURRECTION_________

giovedì 14 luglio 2011

Prime case, seconde case, terze case e quarte case


Sono andato al porto qualche volta quest’inverno e anche nei miei giorni liberi di giugno, infrasettimanali. Dalla discesa del porto ad arrivare alla Cappelletta ci sono alcuni dei palazzi più belli di Alassio, non giudico lo stile o la tipologia architettonica ma più che altro la posizione. Penso che i terrazzi siano veramente in mare, penso che il suono del mare avvolga ogni ambiente e anche quando la bonaccia placida riflette la Luna, il leggero fragore delle piccole onde che si allungano sul bagnasciuga penetri in quelle case e si trasformi in una dolce ninna nanna. Una riflessione mi ha colto però di sorpresa. Immaginavo che bello deve essere vivere in un appartamento del genere, ogni minuto della vita, ogni attimo di permanenza sulla terra. A febbraio quando la burrasca impazza e il fragore e lo sciabordare delle onde ricordano le descrizioni di Melville o quando il mare calmo sembra immobile e la vista a perdita d’occhio ti fa pensare di essere in un paesaggio da favola, o quando i mattini tersi di settembre mostrano oltre l’orizzonte territori lontani e celati dal firmamento in atri momenti dell’anno. Essere ricchi vuol dire poter godere di ciò che abbiamo e penso irrevocabilmente che luoghi di tale bellezza debbano essere vissuti. Invece ogni qualvolta passeggio verso il porto mi rendo conto che la maggior parte dei giorni le finestre sono chiuse e gli scuri sigillati. Penso che siano seconde case, penso che come molte altre abitazioni della mia città siano abitate solo per 30/40 giorni all’anno. La mia non è una critica a chi ha venduto a turisti, o agli amministratori degli ultimi 30anni, e non sto a pensare di chi è la colpa o alla causa, nemmeno penso al valore o al prezzo al metro quadro. Seconde case, terze case, e così via. Luoghi del genere dovrebbero essere abitati tutto l’anno, per vivere in una condizione privilegiata, per aumentare la qualità della vita, per trovare la pace e l’unione con l’essere. Non critico chi compra un appartamento del genere per venirci 20 giorni all’anno. Mi duole vedere la mia città che ormai è sempre meno mia, e che per chissà quale motivo nel 2011 comportamenti strani e inspiegabili passino come normalità. Ciò che critico è la mentalità. Per noi oggi è ricco chi possiede un immobile di tot. metri e in tale posizione, con tale vista, ma dentro di me so per certo che è ricco chi abita un luogo fantastico e non chi lo possiede. Alassio è uno dei posti più belli del mondo. Vorrei vedere soprattutto in inverno persone che godono del mare, del suo canto, del suo orizzonte e vorrei che gli appartamenti in quella zona e in altre parti della mia città, che hanno tutto ciò che c’è di bello ad Alassio a portata di mano, fossero abitati in ogni giorno dell’anno e non commerciati da agenzie e venduti come un investimento o come si dice il “mattone”. Ho paura che non succederà mai.

4 commenti:

  1. Che dire: grazie Melgrati, grazie Aicardi, grazie Avogadro!
    E non si creda che con Galtieri sarebbe stato diverso.
    C'è un'Alassio sana - di destra, di sinistra, di centro o laica - che non vuole o non può esporsi.
    Ma al popolo bue piace correre dietro alle beline che fanno solo gli affari propri... godiamoci i risultati magistralmente esposti nell'articolo.

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  2. ma il discorso non è politico, o partitico. Il problema è legato alle abitudini e al modo di pensare diffuso in Italia e penso che all'estero. La sostanza è che un bene è bene non quando lo possiedi ma quando ne fruisci. non riguardo sindaci o bandiere, riguarda la mentalità generale.

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  3. Non siamo d'accordo: il problema è politico e investe tutte le posizioni ideologiche che si sono alternate ad amministrare la nostra città, anche quelle vicine a noi di FORZA ALASSIO. Non siamo contro le seconde case a meno che, il caso Alassio insegna, non ci sia carenza di prime case. La teoria di auto e moto che al mattino entrano nella nostra città è composta da alassini che abitano fuori paese, non per scelta ma per necessità.
    Importanti iniziative di edilizia per residenti sono fallite per menefreghismo (o "diverso" interesse?) dei politici che hanno amministrato Alassio negli ultimi 15-20 anni.
    D'accordo invece sul concetto che un bene è un bene quando ne fruisci, e non basta il solo possesso. Ma vaglielo a spiegare a chi ha comprato immobili in Alassio solo per speculare su una loro rivalutazione!
    Attenzione però. La "mentalità generale" è facilmente manipolabile da partiti e amministratori pubblici, non nasce e non si evolve per generazione spontanea...

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  4. La mentalità generale è diffusa non solo Alassio ma a Livello direi almeno nazionale, e una sua evoluzione più o meno spontanea potrebbe anche essere, contando che probabilmente gli input iniziali vengono dettati dalla cultura e successivimente l'individuo reagisce di conseguenza. Ergo l'avere conta più che l'essere è un fenomeno tipico del blocco occidentale. Per ALassio il discorso è simile nel microcosmo. Nessuno negli ultimi 20 anni ha capito nulla, e ha fiutato il rischio che Alassio stava correndo: fuga dei residenti. Oggi i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Alassio è infatti in vistosa decadenza. Senza residenti il paese muore e infatti...

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