domenica 22 aprile 2012
25 APRILE – FESTA DELLA LIBERAZIONE –
Il 25 d’aprile è la festa della Liberazione. La storia ha deciso, ha deciso così chi era là, chi ha vissuto la dittatura o il regime. Il fatto storico è insindacabile, poiché si manifesta e accade. Il giudizio spetta ai contemporanei, spetta a chi era lì nel 1945. Oggi si può discutere, si può dialetticamente disquisire, ognuno può addurre le sue opinioni e argomentare con le sue fonti. Il 25 aprile per l’Italia è la fine della dittatura, è la fine del regime, del dominio, delle imposizioni e delle violenze. Ogni giorno che termina una dittatura è un giorno da festeggiare, perché ciò che si guadagna è la libertà, contropartita di cui non si può fare a meno. Il resto delle discussioni, questo continuo rivendicare, attaccare, dare un valore, un colore o un’ideologia ad un evento che rappresenta già un valore mi sembra inutile e fuori luogo. Soprattutto il fatto che si parli della festa della liberazione come una festa che abbia sancito la fine di un’epoca e l’inizio di un nuovo corso non rende merito al valore e al senso della libertà. Quel giorno l’Italia, la Patria, ha deciso che era una festa poiché era finito un regime becero e violento. Io non c’ero, ho studiato, ho letto tanto e di più. L’unica cosa di cui sono certo che un regime dittatoriale che ha partecipato attivamente al periodo peggiore della storia dell’uomo abbia di per sé almeno due colpe: non aver preso distanza da ciò che oggi è riconosciuto come l’aspetto più bieco del male e aver organizzato e impostato un sistema praticando violenza e privazioni della libertà. Ergo sono felice che sia finito, terminato e confinato nel passato. Sono ancora più felice che oggi se ne sancisca la fine con una festa, con musica, canti e urla di LIBERTA’.
Lascio il resto: le polemiche, la dialettica destra e sinistra applicata a ogni realtà e imposta da un dominio mediatico che speriamo sia in estinzione, i nostalgici che pensano che fosse meglio quando c’era il Duce (chi ha vissuto quel periodo non la pensa così), chi pensa che si stesse meglio che in Cina o in Grecia, quasi a giustificare la schifezza a cui conduce un regime, chi pensa che sia una festa con un colore o una bandiera, chi immagina che festeggiando quel giorno si avvalli chissà quale ideologia politica.
La festa della liberazione è una festa nazionale perché la libertà è ancora oggi ciò per cui vale la pena lottare e ciò che è fondamentale per l’individualizzazione di un essere umano.
Il lascito morale che il 25 d’aprile deve testimoniare è che i fascismi, i nazismi, qualsiasi potere dittatoriale e ogni tipologia di dominio e soppressione violenta sono eventi negativi che peggiorano le persone, che portano dolore, sofferenza e male. Del resto non mi interessa, sono felice che ci sia stato un 25 d’aprile e sono felice che ci sia ancora oggi.
Schivo Giorgio
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Bravo Giorgio. Ancora una volta riesci a trovare le parole giuste e a interpretare il "senso comune" di un'occasione. Oltretutto sei migliorato. Sarà che da quando hai fatto outing... Ciao
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