_________ALASSIO RESURRECTION_________

martedì 13 luglio 2010

lo stato ente di cui si è parte?



Fa parte della storia degli stati. Prima c'erano i signori, i feudi, poi le monarchie finchè alcuni filosofi non cominciarono a mettere in discussione il metodo di governo.
Da allora la parola democrazia è stata interpretata, difesa ed offesa, mutata ed addirittura sconfitta da alcune oligarchie o dittature.
Oggi ormai diamo per scontato che la democrazia nel nostro paese sia una scelta irreversibile, che sia un metodo di governo che garantisca tutti.
Ma ragioniamo su quello che stiamo vivendo.
Lo stato nella sua interezza è un artificio giuridico, creato da noi stessi per gestire le nostre libertà, per garantire ad ogni uomo che la sua libertà è uguale alla libertà di un altro, che i propri diritti fondamentali non possono essere calpestati da alcuno.
Per questo in Italia nel dopoguerra scrissero la nostra costituzione.
Un libro di regole comuni, all'interno delle quali le ideologie potevano raffrontarsi, e con il consenso dei cittadini elettori, governare.
Oggi chi governa parla di una costituzione inadeguata, insulta gli altri organi costituzionali, calpesta il ruolo che ricopre e quello che ricoprono gli altri.
Ma se le istituzioni disconoscono loro stesse, allora l'artificio giuridico perde significato, e di conseguenza il cittadino non ha più un ente impersonale non soggetto ad umori o vendette che garantisca le sue libertà e diritti.
Di conseguenza al cittadino non resta che richiedere i propri diritti di cui si era spogliato per garantire la nascità dello Stato, e difendersi da solo contro ogni tentativo di oppressione.
In poche parole i nostri stessi politici stanno creando delle solite basi ideologiche del terrorismo.
Seminano paure primordiali, ingiustizia sociale, e caste di privilegi. Una oligarchia di potere che non ha più contatto con il singolo uomo ma solo con le paure di massa, in una situazione economica in cui l'italiano medio e fortunato è quello che riesce a pagare i suoi debiti.
Fino a quando il popolo sopporterà questa situazione?
E che fine farà il dissenso delle periferie cittadine dove la disoccupazione ha creato nuove categorie di poveri?
Un genitore deve poter garantire un futuro ai propri figli, e quando la disperazione soppraggiunge i più deboli si suicidano i più forti si prendono quello che gli spetta.
Torniamo a parlare di politica di soluzioni e idee di società in cui vogliamo vivere, l'alternativa è sconcertante quanto inevitabile.

RiccardoAR

2 commenti:

  1. mi sa che questo articolo capita a puntino. Staimo vivendo un brutto momento, triste e ricco più che mai di ingiustizie.

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